giovedì 23 ottobre 2014

IL RISPETTO DELLE REGOLE - I

Questo mio racconto inviato a un concorso letterario del Club degli autori fu segnalato dalla giuria con attestato di merito.
È composto da quattro capitoli.

Primo capitolo 

Serena non riusciva a credere ai propri occhi, “non è possibile Laura !"

La chiamò, una bella donna dai capelli ramati si voltò sorpresa, poi la riconobbe subito “Serena, ma sei tu,  che bello vederti! come stai ?

"Io sto molto bene grazie e tu? accidenti è una vita che non ti vedo, da quando hai cambiato città non sono più riuscita a incontrarti neanche per caso!"

Serena era davvero contenta di rivederla. Laura era stata per anni la sua compagna di avventure universitarie, un punto fermo nella sua vita anche se un modello che non voleva seguire, Laura faceva sempre il contrario di tutto quello che era ragionevole. In cuor suo invidiava un po’ quella sua capacità di fregarsene delle regole e di fare esattamente soltanto quello che lei voleva fare.

Andando contro tutte le regole, Laura dopo cinque anni di alti e bassi aveva abbandonato l’università subendo l’ostracismo sociale ma soprattutto economico dei suoi genitori benpensanti e, soprattutto, cosa che molti non gli avevano ancora perdonato, aveva sposato un ragazzo più giovane di dieci anni, non del suo ambiente esclusivo e con il quale aveva fatto ben tre figlie. E nonostante non avesse una laurea era riuscita a fare il lavoro che le piaceva.

“Dai fermiamoci al bar all’angolo ci prendiamo un aperitivo hai fretta?” Propose Laura, “ volentieri rispose Serena”, devo rientrare per il pranzo ma è ancora presto.

Si sedettero ad un tavolino del Caffè del teatro, si guardarono e risero “ti ricordi quando venivamo qui in pausa tra una lezione e l’altra e prendevamo un cappuccino in due perché non avevamo mai il becco di un quattrino!? Chiese Serena.

Laura sorrise facendo allargare le lentiggini sul suo viso che le avevano sempre dato quell’aria sbarazzina, anche se adesso era un po’ appesantita

“già, ricordo, qui ora è cambiato tutto,i camerieri sono pakistani e le paste non hanno un bell’aspetto, rischiamo un aperitivo o è meglio prendere un caffè?

“Meglio un caffè, tanto ci fermiamo poco, il tempo di raccontarci qualcosa in santa pace” ordinarono due caffè

“Allora cosa mi racconti ho saputo da Maddalena che hai avuto il terzo figlio, anzi figlia” chiese Serena

“ Ormai Caterina ha gia quasi 5 anni “

“Caspita è già passato tutto questo tempo,”esclamò Serena lei invece aveva passato gli ultimi 5 anni in tentativi vari di inseminazioni artificiali perché suo marito aveva gli “spermatozoi lenti”, ma a quanto pare rimanevano lenti anche in vitro. Il problema era che tutti questi tentativi avevano pian piano ucciso il suo entusiasmo e, forse  il suo amore per lui e soprattutto, non voleva più tentare altre fecondazioni ne tantomeno continuare a riempirsi di ormoni che la stavano distruggendo.

Laura le raccontò che la sua primogenita aveva già 16 anni e la seconda ne aveva 13, cinque anni prima avevano deciso di fare un altro figlio perché lei e Francesco si sentivano innamorati come il primo giorno. Francesco di dieci anni più giovane che non aveva mai dubitato del suo amore per Laura, Francesco che faceva l’operaio e non era degno di una famiglia dove tutti erano laureati, Francesco che non era sembrato mai l’uomo giusto. Ricordava tutti i commenti degli amici, Serena era l’unica che li aveva sempre difesi a spada tratta, lei vedeva l’espressione felice negli occhi di Laura e questo le bastava, anche lei l’aveva spesso disapprovata per le sue scelte, quando aveva cambiato facoltà universitaria e quando aveva cambiato città e quando infine aveva abbandonato l’università per iniziare un lavoro precario e senza apparente futuro.

Per mezz’ora si raccontarono le loro vicende, Serena raccontò del suo lavoro, una cosa che andava bene nella sua vita c’era anche se le lasciava poco tempo libero, le raccontò degli inutili tentativi di fecondazione artificiale e del fatto che ormai aveva deciso di rinunciare, ma non seppe spiegare a Laura perché l’adozione non era realizzabile, avrebbe dovuto raccontarle che aveva deciso di chiudere quel matrimonio fatto secondo le regole, con un uomo in regola, dell’età giusta, di famiglia giusta, laureato e posizionato che non l’aveva mai resa felice, un uomo che troppo spesso l’aveva umiliata e psicologicamente maltrattata facendola sentire  inadeguata in ogni cosa che faceva, soprattutto in quel matrimonio, un uomo secondo le regole che aveva pianto di invidia quando lei aveva avuto una promozione sul lavoro e le aveva detto che era stata fortunata, non brava come lei invece credeva.

Forse bisognava andare contro le regole per essere felici, bisognava fare quello che “non va bene”, ecco perché la disapprovazione della società benpensante è così grande: è l’invidia per il coraggio che a loro manca di andare contro le regole.

Laura era l’unica amica davvero felice che conosceva, quante volte le aveva detto di lasciarsi andare, di seguire il suo cuore piuttosto che la ragione e Serena non l’aveva mai ascoltata la sua logica razionale e matematica non glielo permetteva. Pensò però che poteva cambiare, quell’incontro non era casuale era un segnale per la sua vita.

“non perdiamoci più Laura, cerchiamo di vederci ogni tanto, quando vieni a Bologna, dammi un colpo di telefono, cosi ci vediamo, se vuoi anch’io posso venirti a trovare, Verona non è lontana”

Si salutarono abbracciandosi e promettendosi di non perdere più i contatti.

Forse al successivo incontro Serena le avrebbe raccontato della sua separazione e magari del suo nuovo amore, chissà….. l’importante era non rispettare le regole.

 

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